Fiorenza Ceragioli appartiene alla migliore
tradizione della Filologia italiana. Formatasi all'Università di
Firenze e poi alla Scuola Normale di Pisa, ha dedicato a Leopardi
saggi notevoli, che l'hanno caratterizzata come un'interprete
raffinata e rigorosa. I suoi studi mostrano una capacità acuta di
indagare sulla forma dei testi, sulle radici che hanno nella storia
intellettuale del poeta e sui legami con gli ambienti in cui
nascono. Espressione di tale ricerca meticolosa e illuminante sono
soprattutto i volumi I canti fiorentini di Giacomo Leopardi (1981) e
Il percorso della poesia.
Giacomo Leopardi a Pisa (2005).
Il centro del lavoro di Fiorenza Ceragioli
riguarda in particolare la seconda fase della lirica
leopardiana: quella che nasce appunto negli anni di Pisa e nella
stagione di A Silvia.
Si tratta di momenti decisivi nella storia del poeta. Fiorenza
Ceragioli sottolinea il senso che la ricostruzione del passato e
della giovinezza assume negli anni 1827 -28. Il ricordo si offre per
il poeta come una materia di riflessione e di giudizio. Non
rappresenta solo il richiamo di una stagione perduta della vita.
Implica piuttosto la meditazione intorno al senso che la giovinezza
e le speranze acquistano alla luce del presente e dell'esperienza
che questo contiene. Leopardi, come sottolinea Ceragioli, a partire
dagli anni pisani intende "riflettere quello ch'io fui, e
paragonarmi meco medesimo". Questa coscienza costituisce uno snodo
decisivo della riflessione teorica ed estetica e accompagna gli
sviluppi finali della produzione leopardiana.
La competenza di Fiorenza Ceragioli si è
concretizzata in ulteriori lavori, che mostrano la ricchezza dei
suoi interessi. Ha organizzato una mostra fondamentale come quella
allestita per il bicentenario della nascita del poeta,
Leopardi a Pisa, e ha
curato, insieme con Monica Ballerini, l'edizione critica
informatizzata dello Zibaldone:
uno strumento utilissimo per chi voglia interrogare un testo pieno
di possibili incroci.
Non si può parlare dell'identità di studiosa
di Fiorenza Ceragioli senza ricordare gli studi di edizione e di
interpretazione che ha dedicato a un poeta come Dino Campana.
L'autore dei Canti e quello dei Canti
orfici, a partire dalla consonanza dello stesso titolo, si
congiungono all'interno di una comune tradizione. Questa tradizione
ha trovato proprio nelle ricerche della Ceragioli l'interprete più
sapiente e legittimo.
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